La frontiera dal punto di vista dell’identità etnica

Nella prospettiva antropologica il termine confine (dal latino limes, indica in un primo senso il concetto di limite; e in un secondo il concetto di strada utilizzata per entrare all’interno dei territori conquistati) viene utilizzato per identificare i gruppi sociali, etnici e culturali che si autodefiniscono in rapporto a sé e a gli altri. Alla base di ogni società, sia essa antica o moderna, vi è sempre in atto un’opera di “costruzione di frontiere“.

Qual è dunque la differenza tra il confine e la frontiera?

1. Il confine è un concetto variabile legato all’evoluzione della storia identitaria di una determinata etnia;

2. La frontiera può essere analizzata o dal punto di vista geografico-politico, considerandola come il limite massimo di espansione di uno Stato o dal punto di vista della sua natura sociale, ovvero della consapevolezza di appartenere a un gruppo distinto da altri.

L’incontro di due società diverse tra loro determina di volta in volta la ridefinizione delle caratteristiche socio-culturali delle identità etniche poste a confronto.

Identità culturale – Identità relazionale

Citando l’antropologo F. Barth:”noi comprendiamo l’identità come manifestazione relazionale”, ciò vuol dire che noi situiamo il fenomeno dell’identità nell’ordine delle relazioni fra i gruppi sociali. La stessa cosa per definire l’identità di un gruppo, andiamo a provare di reperire fra i tratti quelli che sono utilizzati dai membri di un gruppo per affermare e mantenere una distinzione culturale. Infine, l’identificazione può funzionare come affermazione o come assegnazione identitaria. L’identità è infatti sempre un compromesso, una negoziazione potremmo dire, fra un’auto-identità definita da sé e un’etero-identità definita dagli altri.