Il fenomeno dei movimenti transfrontalieri

I movimenti delle popolazioni transfrontaliere presi in considerazione nel quadro territoriale comprendente le provincie liguri e il dipartimento delle Alpi Marittime, nel periodo che va dal 1880-1935, rappresentano un fenomeno complesso da analizzare. Innanzitutto si tratta di uno spazio di incontro e allo stesso tempo di conflitto, in cui i rispettivi sistemi politici di appartenenza hanno esitato nel tempo a porsi dei confini, favorendo di conseguenza un grande traffico geopolitico, fonte di feconde relazioni interculturali. Questi anni hanno rappresentato nella storia della frontiera franco-italiana un periodo di stravolgimenti nel campo politico, economico e sociale dei due diversi soggetti di provenienza.

Ad ogni modo, è in campo economico e sociale che avvengono i cambiamenti più straordinari. Il passaggio dall’economia tradizionale di villaggio all’economia internazionalizzata, che accelera la rivoluzione dei trasporti e delle tecniche agricole, l’apertura di nuovi mercati e l’introduzione di nuove speculazioni agricole, si accompagna a una ridefinizione dei ruoli economici e del rinnovo dei panorami sociali e culturali. Le città della Costa Azzurra, da Cannes a Menton, attraverso l’attività turistica, hanno acquisito delle nuove funzioni: commerciali, amministrative e dei servizi. La Riviera francese, prima regione turistica europea, si adorna di numerosi hotel e palazzi. Il turismo invernale, motore dell’urbanizzazione costiera, promuovendovi nuove energie, ha aumentato lo squilibrio spaziale tra il litorale e le zone interne che si svuotano degli uomini e delle loro attività. In questo contesto storico, sociale, politico ed economico devono essere inseriti i grandi movimenti migratori della popolazione, in particolar modo le migrazioni transfrontaliere.

Per ciò che concerne la crescita demografica nei territori delle Alpi Marittime bisogna attribuirla prevalentemente all’immigrazione italiana. All’inizio del XX secolo, infatti, gli italiani rappresentano il 25% della popolazione nizzarda e il 30% della popolazione di Cannes. Gli immigrati più numerosi provengono dalle regioni frontaliere della Liguria. Fino alla Grande Guerra e fino alla crisi economica, le migrazioni italiane legate al lavoro continuano e si sviluppano. Solamente con la recessione e la disoccupazione, che i flussi migratori interregionali si interrompono per un pò. In nessun momento della loro storia, ricca di molteplici esperienze migratorie, le zone di frontiera italiane e francesi avevano conosciuto, in un lasso di tempo così breve, dei movimenti di popolazione così intensi e unidirezionali. Queste partenze tuttavia avvengono nello stesso momento in cui la frontiera, intesa come limite del territorio dello Stato moderno, viene installata e la migrazione inizia così ad essere “regolamentata” stimolando parallelamente due movimenti: quello della migrazione “clandestina” e quello dei trafficanti.

Fonti bibliografiche:

Mémoire et identité de la frontière: étude des migrations de proximité entre les provinces ligures et les Alpèes-Maritimes, “Cahiers de la
Méditerranée”, 58, (1999), Nice.

La frontière des Alpes-Maritimes de 1860 à nos jours, “Actes du colloque de Nice” (11-12
Janvier 1990), Nice, 1992.